lunedì 3 ottobre 2022

LUCIANA BEY: UNA VITA PER L'ACQUERELLO



Come presentare un'Artista come Luciana Bey con le parole?

I suoi acquerelli parlano per lei, e tutte le sue emozioni, i suoi sentimenti, il suo mondo sono lì, in quelle tele  così lievi e magiche che si direbbero dipinte con l'acqua e con la luce, nient'altro.

Pochi artisti hanno saputo addentrarsi dentro ad una tecnica così difficoltosa e piena di insidie quale l'acquarello è senza cedere alle lusinghe di altre tecniche più accattivanti, quali l'olio o gli acrilici, effettuando per decenni uno "studio matto e disperatissimo" del colore, della materia, dell'essenza delle cose tralasciando tutto il mondo  indietro e concentrandosi solo e sempre su quei fogli di carta e sulle vie dell'acqua, conducendola sapientemente col pennello, leggero, senza mai forzarla, con una pennellata che sembra un alito di vento dolce e che, come il vento, accarezza le cose e confonde le forme, lasciandone inalterata solo l'essenza più intima.

Gli acquerelli di Luciana Bey non si possono descrivere, solo guardare, ammirare,  perdersi dentro quella quiete immobile che sprigionano.

E così non si può descrivere l'Artista, una persona veramente speciale, che con accanimento, ostinazione e tanto amore e dedizione ha dedicato la sua vita alla riscoperta del vero acquerello, secondo la tradizione inglese, e non al semplice "disegno colorato ad acquerello", espressione cara all'artista e che rende esattamente la distanza fra le sue opere e i lavori che tanto spesso si vedono in giro. Luciana Bey è stata forse l'unica artista a coltivare questa tecnica in modo puro, ridandole  dignità di vera pittura e non di semplice colorazione, ornamento o decorazione; gli "addetti ai lavori", i pittori stessi, ben conoscono le difficoltà di tale tecnica, che non concede il benchè minimo errore, che prevede un accuratissimo studio delle luci e delle ombre a priori, non potendo più intervenire, come invece si può fare con tecniche "coprenti" come l'olio o gli acrilici, in momenti successivi, e che quindi esige la più attenta preparazione e maestria.

Luciana Bey, tale maestria l'ha raggiunta. Ed è proprio quest'ultima, insieme ad un talento innato ed a una passione sconfinata per la pittura ad acquarello, che fanno di lei una delle più grandi artiste dell'acqua e della luce.


sabato 1 ottobre 2022

La vita




Scrivere di Luciana Bey è come scrivere dei suoi acquerelli: non si può. La si deve conoscere.

O meglio, si deve aver avuto il privilegio di averla conosciuta, questa forza della natura, dato che purtroppo Luciana ci ha lasciato il 6 marzo 2016.

Quest'artista che dalla natale Cuneo si stabilì, giovanissima,  a Torino - dove ha sempre esercitato la sua arte nella sua piccola casa-studio di via Alassio, dove creava e accoglieva i suoi allievi con calore e disciplina pittorica -  era quanto di più lontano si possa immaginare dalla magica quiete che i suoi acquerelli emanano: energica, schietta, inarrestabile e dallo spirito pronto e curioso, Luciana era  una persona dalla rara sensibilità non condita però da inutili buonismi o affettate maniere. Eppure, con infinita dolcezza e pazienza, insegnava ai suoi allievi le magie che lei aveva appreso con tanto studio e accanimento, non lesinando mai le parole, i consigli, i  trucchi del mestiere di cui tanti maestri preferiscono non parlare e che custodiscono con ostinata gelosia. Lei no, non tratteneva nulla, trasmetteva tutto, con quel suo modo di fare dolce e nello stesso tempo rigoroso. E quello che cercava di  trasmettere non era la sola tecnica, ma anche, e soprattutto, la vibrazione del colore, la sensazione, l'emozione del colore e delle materia. Quante volte, ai suoi allievi, ripeteva le frasi che i suoi stessi maestri, fra cui il non dimenticato maestro Micheletti, avevano ripetuto a lei; quante volte la si sentiva  mettere in guardia i suoi allievi dalle pennellate di facile effetto, leccate, ridondanti, mentre non si stancava di ripetere il ritornello dei suoi maestri, "meno bello, più buono".

Ma Luciana Bey era, anzi, è tuttora,  soprattutto un'amica. La sua curiosità della vita, delle emozioni, ne hanno fatto una persona con una straordinaria capacità di comprensione, e che metteva a disposizione la sua amicizia, il suo sapere, le sue esperienze a tutti coloro che, per studio o per amicizia, la frequentavano; era la persona a cui raccontarsi, a cui chiedere consiglio, e che poi, come già faceva Socrate, aiutava a tirare fuori tutto e metterlo sulla tela, per trasformarlo in emozioni, cioè in uno dei suoi dipinti.

La sua carriera artistica è stata  il giusto coronamento per gli anni di lavoro e studio sulla tecnica dell'acquerello; ha partecipato a numerose collettive in Italia e all'estero ottenendo premi e riconoscimenti. Ogni anno alcune sue opere vengono tuttora esposte alla Promotrice delle Belle Arti di Torino.  E' stata libera docente all'Unitre di Torino  e  all' Istituto Europeo di Design.

 

MOSTRE PERSONALI

1980: Torino, Teatro Erba
1981: Torino, Galleria d'Arte "La Meridiana"
1982: Torino, Galleria d'Arte "Emmedue"
1982: Chialamberto, Sala del Comune
1983: Chialamberto, Sala del Comune
1985: Torino, Piemonte Artistico Culturale
1988: Torino, Galleria d'Arte "Micrò"
1991: Torino, Regione Piemonte.

 

CONTRIBUTI

Sandro Cherchi, Michelangelo Mazzeo, Angelo Dragone, Renzo Guasco, Vittorio Bottino, Aldo Spinardi, Mario Contini, Angelo Mistrangelo, Giovanni Viarengo, Cinzia Alfé, Anita Ferrando, Antonino De Bono, Carlo Navone, Antonio Oberti, Mariapia Bonanate.

 

PUBBLICAZIONI

Stampa Sera, Stampa, Gazzetta del Popolo, Corriere di Torino e provincia, Dossier, Nuovo Messaggero, Vitalità, Il Segnalibro Bolaffi '82, Catalogo Nazionale d'Arte Moderna, Profili d'Arte Annuario Comed 1898, Maestri Contemporanei dell'Acquerello 1990.

Critica




Le opere di Luciana Bey hanno raccolto, e raccolgono tuttora, i più ampi consensi da parte della critica specializzata.

Si riportano di seguito alcuni commenti dei più eminenti critici italiani:

 

" Le regole basilari (dell'acquarello) che io sciorino saccentemente, collocandole in punti strategici del discorso, appaiono ingenue e del tutto primordiali. Luciana Bey corre da sola.
Rilevo, con disincanto, che l'artista si è innamorata oltremodo della materia, così da provare  assai minore interesse per per la forma rappresentata. Scopro dunque che le sue "rose" non sono tali che all'apparenza; che, forse, non sono neppure fiori, ma semplici (o elaboratissimi) guizzi di luce che  s'impongono sul fondo.
Colore e luce rappresentano gli elementi essenziali della ricerca senza approdo, o con infiniti approdi successivi,  di Luciana Bey."

(da un'interista di Mario Contini all'artista,  30 gennaio 1995)

 

"E' fedele alla magia dell'acquerello che, sulla carta, lascia segni assai fini capaci di evocare immagini di luoghi (da un ponte sul Po alle Maldive) o di qualche oggetto, vasi e poche foglie su un tavolo:   con poesia"

(Angelo Dragone)

 

"...Dipinge con scioltezza, con impegno e grazia i suoi soggetti preferiti, le nature morte, le figure avvolte dalla luce, i fiori: è una pittura gentile cui appunto l'acquerello con i suoi tocchi rapidi, sicuri da una consistenza che si sente reale e poetica. Ma non si pensi che l'acquerello sia una tecnica facile, un ripiego: se l'olio è ostico, una fatica, si oppone all'azione artistica, l'acquerello invece ha altri problemi."

(Sandro Cherchi)

venerdì 30 settembre 2022

Opere

 



















La produzione di Luciana Bey spazia dalle composizioni ai paesaggi, dalle nature morte ai fiori. Ma tutti i soggetti sono resi con estrema modernità, lontani da ogni retorica di maniera, riconducendo le cose all'essenza e rendendole come sprazzi di luce; i piani sono molteplici, a volte impossibili, le geometrie sono aeree intersecate solo da qualche pennellata di luce. Compito dell'artista non è riprodurre pedestremente la realtà, in quanto, per quanto fedele, qualsiasi rappresentazione di essa sarebbe finzione, ma di dare un'impressione di essa, ricordarla tramite le emozioni che la tela ci suggerisce.

Ecco allora qui sotto riprodotte alcune delle opere dell'artista che servono a capire la sua pittura di luce e acqua, ricordando che la riproduzione fotografica non rende giustizia ai magici colori delle sue opere, ma ci si è  dovuti comunque adattare alle esigenze del web